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4. L'astrazione.

Dio è uscito dall'astratto. Per cui, noi che siamo fatti a sua immagine e somiglianza ne siamo parimenti capaci. Gli antichi ritenevano che il pittore fosse la scimmia di Dio. I moderni hanno visto nell'attività del pittore un lavoro intellettuale. Questo però non ci autorizza necessariamente a demolire il passato, che poi è il motivo per il quale la pittura si è sdoganata da mera attività manuale. Del resto anche la pittura astratta appartiene al passato. Non è da ieri che si è vista, ma da più di un secolo. Ha perso il valore di novità che ha avuto. Per cui, quando parlo di astrazione non mi riferisco alla pittura astratta ma, al fatto che tutta la pittura è astratta. È questo il bello. Perché se noi zoommiamo sui dettagli di un quadro ci accorgiamo subito che i tasselli di colore, le pennellate, gli effetti che costituiscono le cellule del quadro, non corrispondono alle cellule del soggetto reale. Sempre la pittura è un insieme di elementi astratti. Quasi come nelle le opere

3. L'elaborazione stilistica.

Meno sarai capace di dipingere e più avrai bisogno di un'elaborazione stilistica. È un assioma inconfutabile. Più vorrai essere riconosciuta e più avrai bisogno di un'elaborazione stilistica. A prescindere, nessun pittore è esente dalla propria. Qualsiasi cosa faccia conterrà comunque sempre la tua impronta personale. Per cui “non cercare un'elaborazione stilistica”. Cerca solo di migliorare e diventare sempre più capace. Sarà lei a trovarti. “Non vergognarti dei tuoi errori. Nessun uomo non ne fa e sono parte del tuo stile personale” (come la precedente virgolettata è all'incirca una frase di Picasso). Si cresce e si guarda il proprio passato con scetticismo. È normale. Tuttavia, quando puoi, quando ci fai caso, cerca pure di correggerli. Picasso diceva il contrario ma, la sua ricerca è sfociata nel primitivismo, non dovrà essere così per forza per tutti. Altrimenti sai che noia? Sai che fine fa l'evoluzione?

2. La fotografia.

Da quando è nata la fotografia nell'800, tutti i pittori l'hanno utilizzata per dipingere. Perfino Picasso del periodo cubista. Per cui è ingiusto dire che è per colpa della fotografia che la pittura ha perso un presunto ruolo centrale, che a dire la verità non ha mai avuto. In effetti fino al '700 i quadri erano prodotti e acquistati solo da una certa élite ricca e colta. Mentre oggi a vedere bene il target di mercato si è ampliato. A partire dalla nascita della borghesia, fino al momento in cui anche la classe operaia ha potuto permettersi di studiare e comprare quadri. D'altro canto invece è vero che molte più persone si inventano pittori, anche solo per hobby, per cui c'è molta più concorrenza ma, fortunatamente i prodotti si sono anche molto diversificati. Quindi, se vuoi copiare dalla fotografia lo puoi fare serenamente. Scatta personalmente le foto per un risultato assolutamente originale (vedi tav.2 nella sezione TAVOLE ILLUSTRATE) oppure rubacchiale, non è

1. Il vero – camera oscura/camera chiara.

 VI LA QUESTIONE DEL SOGGETTO La prima domanda – o per lo meno una delle prime – che un pittore si pone è certamente quella di cosa dipingere. Subito dopo ci si chiede se da ciò che si è individuato può scaturire una tematica. Qualcuno addirittura designa la propria poetica come mezzo di riconoscimento del proprio stile, spostando su un differente piano la questione puramente tecnica. La verità è che il soggetto non necessariamente deve avere una simile potenza, un così grande potere. Infatti non esiste nulla che di per sé non valga la pena rappresentare in pittura, ne fra ciò che esiste in natura o creato dalla mano dell'uomo ne fra ciò che si può soltanto immaginare. Addirittura, può valere la pena rimettere in scena qualcosa che è già stato rappresentato anche più e più volte. Come avviene nella musica classica e operistica. Ogni soggetto, ne abbiamo già parlato, è equipotenziale e il motivo è abbastanza semplice. È molto più importante il modo in cui qualcosa viene rappresentat

6. I pennelli.

Esistono sul mercato moltissimi tipi di pennelli. I principali, quelli che secondo me sono essenziali e vanno bene per dipingere ad olio, sono quelli di martora (ma anche ermellino o zibellino), quelli di pelo di bue e quelli di setola di maiale . Di entrambi questi tipi si possono reperire con la punta tonda o con la punta piatta. Oltre a questi poi ve ne sono altri pregiatissimi in pelo di ermellino e anche quelli sintetici, che però sono molto economici, dunque quasi sempre troppo scadenti e per cui evitali. Inoltre è possibile trovare anche pennelli con la punta a lingua di gatto, a ventaglio o per punzonare. Quelli di pelo di martora selvaggia sono abbastanza costosi, specialmente se stiamo parlando dei Winsor & Newton serie 7 che in effetti sono di zibellino sono molto utilizzati anche dai disegnatori di fumetti. Tuttavia sono un ottimo investimento perché durano molto di più degli altri e si possono utilizzare fino all'ultimo pelo, dato che continuano fino alla fine a

5. Le vernici per dipingere.

Mentre si dipinge è anche possibile, talvolta, riprendere a fresco delle parti utilizzando come diluente per il colore ad olio una vernice. Personalmente ritengo che sia di gran lunga più corretto, se si ricerca una resa più appiccicosa, utilizzare, invece di una vernice, una miscela di essenza di trementina e trementina veneta (essenza grassa), che asciuga meno velocemente. Sempre nell'ottica che lo strato pittorico a mano a mano che ci si sposta dalla tela verso la superficie va adoperato sempre meno magro. Tutte le vernici mi sembrano prodotti particolarmente nocivi e inquinanti, mentre l'essenza grassa è un prodotto più naturale, ricavato dalla resina dei larici. Non dico che non faccia male e non inquini, soprattutto, se usata in maniera impropria ma, a pelle mi da più fiducia e penso che sia più ecocompatibile. In ogni caso non va dispersa nell'ambiente.

4. Il medio d'impasto.

È un medio diluente denso che aumenta il volume del colore. Si tratta infatti di vero e proprio colore ad olio non pigmentato. Non migliora affatto la pennellabilità e a mio avviso snatura leggermente il colore. Non può essere impiegato per l'oiling-out. Esiste anche un prodotto che si chiama proprio Volume ma, non l'ho ancora sperimentato. Dovrebbe però trattarsi solo di una pasta modellante (per preparare il supporto per il “finto materico”). Per cui non credo proprio che mi interessi.

3. Il liquin.

Il liquin è un lubrificante che va molto bene da usare come medio di impasto in alternativa all'olio, alle essenze oleose e naturalmente all'acquaragia od altro tipo di solvente di livello ancora più infimo. Accelera l'essiccazione e migliora la brillantezza. Sostanzialmente si tratta di un'emulsione in gel a base di grasso e alcol ed è molto buono anche per effettuare l'oiling-out (ne parleremo in seguito). Quando si stempera col colore liquefa e migliora molto la pennellabilità. Esiste in diverse formulazioni a seconda del tipo di pittura, più o meno corposa. Non è quasi per niente aromatico e quindi probabilmente se lo adotterai potrai preservare meglio i polmoni. Specialmente se anche per sciacquare i pennelli userai un detergente o un solvente inodore. Tuttavia, personalmente, continuo ad impiegare principalmente una miscela fatta in casa costituita per metà da olio di lino e per metà da essenza di tremetina birettificata, sia per diluire il colore che per scia

2. Gli oli essenziali.

Le essenze o oli essenziali sono prodotti di origine vegetale o minerale ricavati attraverso la raffinazione dell'olio di base. Per questo motivo si tratta di sostanze molto meno grasse e pesanti rispetto agli oli siccativi, pertanto definite volatili. Ciò si traduce in una resa pittorica completamente diversa. Netta, magra e precisa. Tuttavia se impiegati puri distruggono la coesione chimica del colore e a lungo andare lo rendono più fragile. Essenza di trementina birettificata: è un prodotto di origine vegetale, ricavato dall'olio delle gemme del pino. In commercio si può reperire di diverse marche e qualità. È molto importante utilizzare i prodotti migliori perché sono gli unici che offrono qualche garanzia e non puzzano. Viceversa è facile incappare in sostanze spurie che contengono perfino nafta e possono compromettere irrimediabilmente il nostro lavoro e la nostra salute. Ha la caratteristica di sgrassare molto il colore ed asciugare rapidamente, per questo motivo se si

1. Gli oli siccativi.

 V I MEDIUM SICCATIVI E I PENNELLI “Tu sei un maestro nell'uso della tempera, probabilmente il più grande fra quelli ancora vivi. Ieri mi hai chiesto quanto ci impiega il colore ad olio ad asciugare. Ti ho risposto un po' in modo spiccio. In effetti dipende da quanto lavori diluito e dal tipo di medio siccativo che impieghi. Se usi l'olio, di lino, di noci, di papavero o di cartamo, il colore asciuga molto lentamente e ti permette di realizzare delle sfumature importanti con estrema facilità. Se usi l'essenza di trementina birettificata, o altri tipi di essenze e diluenti tipo l'acquaragia, il colore asciuga molto più velocemente e sempre di più con più è diluito. Perché sono solventi che evaporano velocemente ma, tendono a sgrassare molto il colore, per cui rendono il colore ad olio più simile alla tempera. Invece se usi il liquin, il colore ad olio asciuga molto rapidamente pur conservando le sue caratteristiche di pennellabilità e lucidità, però se eccedi nella d

4. Le tavolozze.

Personalmente non amo le tavolozze di legno perché sono molto difficili da tenere pulite (cosa fondamentale). Per un periodo ho usato un pannello di multistrato di 140x60cm perché ero stufo di pulire la mia tavolozza di verto (operazione durante la quale rischiavo anche di farmi male) e con quella in legno, avendo molto spazio, lasciavo semplicemente seccare il colore e poi lo ricoprivo. Avevo visto dei video su Youtube di pittori che lavorano così e per la verità non è male. Ma, alla fine però sono tornato al vetro. L'ideale infatti, secondo me, è lavorare con quest'ultimo, posizionandolo sopra un foglio bianco. Di modo che avremo sempre sotto un fondo pulito e neutro. Al momento adopero due lastre, sono entrambe grandi circa 50x50cm, in cristallo temperato da 6mm. Quando si prende la mano si impara a pulirle senza faticare e senza farsi male. Per fare ciò uso una spatolina se il colore è fresco e un raschietto a lametta se il colore è asciutto, magari aiutandomi inumidendolo

3. La carta.

La carta ti sorprenderà. È semplicemente eccellente per dipingere ad olio. È economica e già pronta così com'è. Se sarai già abituata ad usarla con la tempera o l'acquarello, potrai subito notare come con l'olio questo supporto non si imbarca minimamente ed è istantaneamente pronto a ricevere il colore. Personalmente prediligo i fogli lisci tipo Fabriano F4, quindi con un discreto spessore. Sconsiglio a chiunque di utilizzare la carta fine tipo “uso mano” da fotocopiatore, ma d'altro canto non è nemmeno necessario fare ricerche particolari per procurare per forza la carta di cotone o la Schoeller magari Parole; che purtroppo ogni giorno diventa sempre più introvabile se non come fondo di magazzino (questo fatto fra l'altro sta designando il terribile declino dell'acquarello - tecnica nobilissima). Tuttavia, oltre ad una pittura ad olio piena e coprente, con il colore ad olio stesso, è possibile lavorare sulla carta anche in modo molto diluito. Il colore, su ques

2. I pannelli.

Anticamente non si usavano le tele per dipingere, che in realtà divennero il supporto principale dei pittori solo dal '600. Dobbiamo questa invenzione, credo, agli olandesi, notoriamente grandi costruttori di vele, e alla necessità di creare supporti di dimensioni talvolta enormi più leggeri ed economici. Magari da applicare ai soffitti leggeri in legno o stucco. Perché prima la pittura veniva eseguita direttamente sull'intonaco, e puoi facilmente immaginare quanto fosse scomodo, oppure in seguito su pesanti tavole di legno che non potevano certo essere sospese a grandi altezze. Le tavole perciò venivano allestite direttamente dalla bottega dell'artista ed erano costituite da assi di legno incastrate e inchiodate fra loro che venivano poi fasciate con stracci ingessati e incollati con strati e strati di colla di coniglio e gesso, in modo da diventare un perfetto surrogato del muro. Da notare che il gesso era estremamente compatibile con il colore che veniva usato un tempo,

1. Le tele.

 IV PRINCIPALI SUPPORTI E PREPARAZIONI. Come quando si costruisce un edificio si procede dalle fondamenta alle mura fino al tetto, così anche un quadro necessita di una sottostruttura portante, di mura solide e di adeguato coronamento. Quindi ogni tipo di supporto va necessariamente preparato preliminarmente per accettare il colore nella maniera migliore possibile. Esistono diversi tipi di tele per dipingere in commercio ma generalmente nei negozi di belle arti o nei colorifici potrete trovare esclusivamente telaietti telati con tela di cotone a preparazione universale. In verità, questo tipo di supporto non è proprio l'ideale per dipingere con il colore a olio. È più adatto forse per l'acrilico ma in ogni caso se vorrete eseguire un'opera di un certo livello vi consiglio di procurarvi delle tele di lino. Oppure, se il quadro è di dimensioni maggiori, di canapa, juta o sacco. La trama di queste è più grossolana e quella del lino è meno regolare di quella del cotone. Il lino

7. La pittura non è analitica.

I pittori spesso rifiutano la realtà per partito preso e si rifugiano nel sogno, nel segno e nello schematismo. Si innamorano di una forma senza senso e la riproducono allo sfinimento. Perché hanno trovato una formula semplice e ripetibile che gli permette di essere riconosciuti senza fare fatica. A cosa serve lo sforzo di copiare la realtà nella sua complessità, che ogni giorno ci offre un nuovo volto, quando con sei linee posso abbozzare una chitarra cubista? In fin dei conti è poi vero che spetta a noi il compito di salvare l'arte, oppure ci possiamo attaccare al tram (take the train A)? Siamo sicuri invece che, nonostante ogni sforzo che compiamo, non siamo proprio noi ad affossarla l'arte, noi che andiamo salvati e magari al contrario è l'arte che ci può salvare? Così, il “pittore imbianchino“ (definizione credo coniata dal prof. Stefano Zecchi) diventa l'autentica star del mondo sclerotico, perché finalmente è libero dalle costrizioni dell'accademia e senza ac

6. La pittura è analitica.

Trovo geniale l'idea di distinguere fra analitico e non analitico, invece di parlare sempre di figurativo e astratto. Perché in effetti esistono mille sfumature di realismo e di astrattismo. Forse sarebbe più appropriato parlare di astratto esclusivamente con riferimento al geometrico. In tutti i casi direi che una polemica che veda in opposizione questo e quello è diventata misera e inutile. Chi sceglie esclusivamente di lavorare in senso analitico è evidente che opta per la via più difficoltosa. Sia perché il figurativo richiede un maggiore controllo della tecnica, sia perché facendo parte di una tradizione più antica e ricca, il figurativo, presuppone un livello tale di capacità da arrivare a competere con gli illustri artisti del passato. Però se il pittore è scarsamente dotato, anche se fa il figurativo, va a finire che realizza dei quadri mediocri. Non ci dobbiamo stupire quindi se molti pittori migrano verso il “lato oscuro della forza” approdando ad una sintesi sempre meno

5. La dissonanza e l'accordo melodico.

Tutto quello che abbiamo detto riguardo alle proporzioni, al numero aureo e all'euritmia naturalmente può essere contraddetto. Trattandosi infatti di una regola, per essere realmente valida, necessita di eccezioni. In questo modo l'opera sarà definita da dissonanze e accordi melodici, proprio come una sinfonia di Mahler, o di Fedez o di chi ti pare e piace. Per cui il tutto apparirà ancora più naturale. Poiché la vita stessa è matematica, la matematica è musica e la musica è figurazione. Questo per quanto riguarda il disegno ma, la stessa identica cosa vale per il colore. Se noi abbiamo definito un quadro che ha un accordo melodico che gioca tutto intorno all'arancione, alla terra di Siena naturale e al giallo, dunque alle note calde, è bene inserire degli elementi freddi per esempio col violetto di cobalto (perché i complementari sono dissonanti ma stanno bene insieme), magari nelle ombre degli alberi in controluce o fra le nubi. Oppure addirittura qualcosa di ancora più a

4. Matematica, corretta proporzione ed euritmia.

L'importanza della matematica nel disegno è evidente. In generale la matematica è ovunque e per questo va studiata bene. È noto come le persone che conoscono bene questa materia hanno più facilmente successo in ogni campo delle attività umane. Per un pittore è molto importante conoscere le proporzioni, ovvero l'equazione a:b=x:c che consegue che x=ac/b ma non solo. Esiste un'estetica della matematica che bisogna conoscere. Avremo sentito tutti parlare del rapporto aureo e del numero aureo che qui riassumo nell'entità √3. Ebbene, questo valore è importante ma ancora di più è importante capire cosa rappresenta. Il significato del modello. Non si tratta semplicemente di un rapporto proporzionale ideale ma, esso è la sintesi dell'istanza della misura. Infatti non è strettamente necessario impiegare sempre una proporzione aurea in una composizione. Sarebbe una forzatura. Quello che invece sarebbe importante allenarsi a fare è utilizzare dei rapporti proporzionali. Per es

3. Analisi del soggetto pittorico.

Con questo capitoletto non intendo parlare tanto di come si guarda un'opera d'arte. Certo, è molto importante fare le giuste considerazioni, ne abbiamo già parlato. Si osservano le pennellate, gli strati, la liquidità del colore, la composizione, la resa pittorica, l'anatomia, l'adesione al vero, l'aspetto simbolico, il rapporto con la storia, l'originalità, mille fattori. Quanto vorrei invece discutere, è il soggetto che noi vogliamo rappresentare. Come si osserva, come si sceglie? Che cosa deve contenere il soggetto di un quadro per essere degno della nostra attenzione? Ci ho pensato davvero molto e continuo sempre a farlo. Ore e ore a scervellarmi, magari sfogliando riviste o pagine di internet, fino a scoprire a volte perversioni mie più o meno discutibili. È ovvio che è una questione in buona misura di gusto personale, di buon gusto, che un metodo non può e non deve imporre a nessuno all'infuori di noi stessi, se e quando lo desideriamo. Dunque, fino ad

2. Analisi della natura.

Analizzare la natura sembra un concetto scontato, antiquato e romantico. Eppure, qualsiasi cosa puoi immaginare di rappresentare, dipende soprattutto da quanto e come sei abituata ad osservare ciò che ti circonda. Anche le opere dell'uomo ma, soprattutto la natura a cui fanno sempre riferimento. Essa ha le sue leggi sopra le quali l'uomo ha costruito ogni cosa. La matematica, l'architettura, la filosofia, la fisica, l'economia, tutto. L'amore che spinge l'uomo verso l'arte è la natura stessa. Ricordo di avere letto un libro di Munari da piccolo. Si intitola: “Disegnare un albero”. È un testo insuperato e insuperabile della letteratura per ragazzi ma che va benissimo anche per gli adulti. Contiene dei concetti talmente scontati che non c'è niente di più facile da fare che ignorarli. Viceversa ignorare questi semplici concetti è in assoluto la cosa che nessun artista può permettersi di fare. La genialità lampante di Bruno Munari sta proprio nella semplicit

1. Operazione di analisi delle opere dei Maestri.

 III L'ANALISI “Spesso mi capita, visitando un'esposizione, di chiedermi perché la maggior parte dei quadri, non solo non seducono, ma sono perfino spiacevoli a guardarsi, ciò che quasi mai capita in un museo di pittura antica. Il fatto sta in questo che presso i pittori antichi anche gli spiriti mediocri e meno talentuosi sapevano tessere la stoffa d'una pittura, quello che oggi non è il caso per parecchi pittori. Nell'artista mediocre antico c'è sempre un metodo, un mestiere, un tessuto, una materia formatasi gradatamente sotto il fare metodico del pittore; così che l'opera, per quanto non sia interessante, si può guardare perché è un oggetto nato e formato con un certo ritmo logico e quindi privo di quell'aspetto scemo ed irritante che hanno oggi gran parte dei quadri che vediamo in giro.” Giorgio de Chirico (Giorgio de Chirico “Piccolo trattato di tecnica pittorica” pp. 55/56). Chi sono i maestri? Analizzare il passato per capire il presente. Nel moment

5. Primo concetto di Arte.

“...serva d'insegnamento la mia convinzione che l'arte sia il più alto compito e l'autentica attività metafisica dell'esistenza...” (Friedrich Nietzsche “La nascita della tragedia”. Prefazione a Richard Wagner - Basilea 1871). Ogni attività dell'uomo è arte. Anzi, la vera arte si nasconde proprio nei gesti più comuni, nelle attività piccole e quotidiane. Non tanto nell'atto forzatamente artistico del performer che di fronte ad un pubblico sente l'esigenza di fare la ruota per stupire ed impressionare. Perché l'arte non è un atto geniale fine a sé stesso. Nelle attività piccole e quotidiane sta l'economia dei movimenti. Quando mettiamo un cucchiaino di zucchero nel caffè non abbiamo bisogno di roteare il braccio compiendo un cerchio intorno alla testa. Preleviamo semplicemente lo zucchero dalla zuccheriera col cucchiaino e con un gesto semplice e istintivo lo immergiamo nel caffè, poi mescoliamo. Però prima avremo svuotato il pacchetto di zucchero nel

4. L'Arte è necessaria?

Forse l'arte non è realmente necessaria. Tuttavia migliora a tal punto il nostro stile di vita che non ne riusciremo più a fare a meno. Sarebbe impensabile vivere una vita senza mai andare al cinema una volta a vedere un film o al museo. Così, prima o poi forse, vorremo avere un quadro appeso a una parete della nostra casa che altrimenti ci sembrerà sempre triste e spoglia. L'uomo si sa, deve assolvere a molte esigenze primarie. Nutrirsi, vestirsi, lavarsi, avere un giaciglio per riposare, mantenersi in buona salute, magari procreare e migliorarsi spiritualmente. Quando avrà fatto tutte queste cose però non sarà riuscito a sfamare la propria brama di sapere, e di conseguenza la voglia di possedere ciò che conosce come valido. Conoscere la storia, i costumi dei popoli, le tecnologie e l'espressione estetica che l'uomo ha saputo esprimere nel tempo e nello spazio ci farà sentire di per sé più ricchi. Così, se non siamo dei monaci tibetani, anche quando avremo già a dispos