6. I pennelli.
Esistono sul mercato moltissimi tipi di pennelli. I principali, quelli che secondo me sono essenziali e vanno bene per dipingere ad olio, sono quelli di martora (ma anche ermellino o zibellino), quelli di pelo di bue e quelli di setola di maiale. Di entrambi questi tipi si possono reperire con la punta tonda o con la punta piatta. Oltre a questi poi ve ne sono altri pregiatissimi in pelo di ermellino e anche quelli sintetici, che però sono molto economici, dunque quasi sempre troppo scadenti e per cui evitali. Inoltre è possibile trovare anche pennelli con la punta a lingua di gatto, a ventaglio o per punzonare.
Quelli di pelo di martora selvaggia sono abbastanza costosi, specialmente se stiamo parlando dei Winsor & Newton serie 7 che in effetti sono di zibellino sono molto utilizzati anche dai disegnatori di fumetti. Tuttavia sono un ottimo investimento perché durano molto di più degli altri e si possono utilizzare fino all'ultimo pelo, dato che continuano fino alla fine ad avere una punta perfetta. Quelli meno pregiati invece non fanno una buona punta come dovrebbero fin dall'inizio, oppure la perdono rapidamente. I pennelli di martora, permettono di dipingere in modo molto preciso e poco materico, alla maniera degli antichi ed è quasi un peccato caricarli di colore in modo eccessivo e denso; a questo fine andrebbero meglio i sintetici.
I pennelli di setola, viceversa sono più robusti e rigidi e consentono di essere caricati di più, oppure di effettuare lo sfregazzo da scarichi. Per cui con questi è possibile ricavare una pittura più morbida. Liquida alla Leonardo, o densa alla Rembrandt, in cui non serve per forza un contorno preciso. Ma vanno bene anche in una pittura netta e precisa, poiché, se non vengono caricati eccessivamente e con la giusta diluizione, essendo rigidi consentono perfino bordi netti e puliti. Sono più facili da dirigere in quanto più rigidi di quelli di martora ma effettivamente consentono anche una pittura grezza.
I pennelli a pelo di bue sono una via di mezzo, quanto a morbidezza ed elasticità. Io uso principalmente pennelli in setola piatti e in martora tondi.
I pennelli a ventaglio sono adatti per effetti di sfumatura delicatissimi che personalmente non amo in modo particolare perché rendono la pittura subito molto leziosa. Proprio per limitare questi effetti è possibile meglio impiegare qualche buona pennellessa, utile anche per dare i fondi di colore e appiattire gli sfondi che paiono troppo duri.
Per quanto riguarda i pennelli in generale, il mio consiglio è di tenerli sempre molto ben puliti. L'operazione di pulizia va sempre fatta alla sera quando si ha finito di dipingere o anche mentre si sta dipingendo e serve il pennello pulito. Non esagerare con i risciacqui nell'essenza di trementina, perché è una sostanza un po' aggressiva che può rovinare i pennelli precocemente. Meglio disporre di tanti pennelli ed utilizzarli contemporaneamente con più colori senza doverli lavare di continuo. Il lavaggio va effettuato in questo modo: si scarica il più possibile il colore dal pennello su della carta di giornale, poi bisogna lavare i pennelli sotto l'acqua corrente calda con il sapone di Marsiglia. Sfregando la punta sulla saponetta in modo da produrre molta schiuma. Subito dopo si sfrega la punta insaponata sul palmo della mano e si stropiccia un po' con le dita per fare penetrare la schiuma anche negli angoli vicino all'unghia di metallo che tiene insieme i peli. Senza esagerare rovinando il pelo dei pennelli più delicati. Dunque si risciacqua. Si ripete l'operazione più volte, fino a quando la schiuma non è più pigmentata. Si asciuga il pennello e si ripone, senza mai coricare lo stesso appoggiato sulla punta, per non deformarla. Se non avrai pulito sempre bene i pennelli, i peli cominceranno a sparare in tutte le direzioni e diverranno in breve delle scope. Buone solo per una pittura estremamente materica e poco rigorosa nel dettaglio, o forse nemmeno per quella. Anche qui, bisogna dire che sono scelte. Ho visto documentari su pittori che avevano scarsissima cura degli strumenti, eppure hanno trovato lo stesso la loro dimensione pittorica. Sarei curioso di vedere come teneva i pennelli Rembrandt van Rijn, perché a guardare da vicino la sua materia sembra essere stesa nella maniera più irregolare. Eppure l'effetto finale generale è comunque rigoroso e la tecnica finissima ed estremamente pittorica. Ciò nonostante mi sembra che nello stile più recente (dopo Van Gogh) nessuno si sia distinto particolarmente per un lavoro simile e che la maggior parte dei talenti migliori abbia piuttosto optato per tinte omogenee. Quindi non mi sembra di dire un'eresia nel definire “antica” la tecnica materica del grande maestro olandese.
Personalmente per rigare dritto e non tremolare uso una stecca di ramino da un metro su cui appoggio il polso mentre dipingo. Se un pennello perde un pelo sulla tela lo rimuovo con un bisturi o scalpello, con delicatezza, stando attento a non pasticciare.
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