4. Le tavolozze.
Personalmente non amo le tavolozze di legno perché sono molto difficili da tenere pulite (cosa fondamentale). Per un periodo ho usato un pannello di multistrato di 140x60cm perché ero stufo di pulire la mia tavolozza di verto (operazione durante la quale rischiavo anche di farmi male) e con quella in legno, avendo molto spazio, lasciavo semplicemente seccare il colore e poi lo ricoprivo. Avevo visto dei video su Youtube di pittori che lavorano così e per la verità non è male. Ma, alla fine però sono tornato al vetro. L'ideale infatti, secondo me, è lavorare con quest'ultimo, posizionandolo sopra un foglio bianco. Di modo che avremo sempre sotto un fondo pulito e neutro. Al momento adopero due lastre, sono entrambe grandi circa 50x50cm, in cristallo temperato da 6mm. Quando si prende la mano si impara a pulirle senza faticare e senza farsi male. Per fare ciò uso una spatolina se il colore è fresco e un raschietto a lametta se il colore è asciutto, magari aiutandomi inumidendolo con l'essenza di trementina. È importante cercare di conservare il colore in eccesso quando si dipinge. Può essere molto utile per i ritocchi. Per fare ciò è sufficiente ammucchiarlo con la spatolina in un angolo. Se hai avanzato un sacco di colore e pensi magari di impiegarlo successivamente in un altra opera, puoi conservare lo stesso anche per molto tempo. È sufficiente coprilo con della pellicola per alimenti, oppure, ancora meglio, spostarlo su un vetro più piccolo e immergerlo in una bacinella piena d'acqua come faceva Rino Albertarelli o direttamente in una fondina che riempirai comunque d'acqua come consigliava Giorgio De Chirico ne il suo: “piccolo trattato di tecnica pittorica” (è un libro di cento anni fa, che grazie alla maggiore possibilità attuale di raccogliere informazioni può apparire superato ma, ci fa capire bene come chi rimpiange i bei tempi andati, in realtà, non sa proprio niente del passato né dell'attualità. Dal trattato in ogni caso è sempre possibile ricavare qualche astuzia e alcune nozioni utili). Perché ovviamente il vero colore ad olio non si diluisce con l'acqua e immergendolo perde il contatto con l'aria e non secca. Quando dipingi evita sempre gli sprechi ma non lesinare, perché se si prepara una mescolanza di colore insufficiente diventa poi difficile rifarla identica per concludere il campo. Ad ogni modo, il fatto di usare una tavolozza (cartella) di colori molto amplia, oltre a consentirti di usare pigmenti più puri, ti semplifica nella ricostruzione delle mescolanze. È sempre preferibile fare mescolanze di due o massimo tre pigmenti, perché più si mescolano tanti pigmenti insieme e più ottieni un colore grigiastro. Inoltre è più facile memorizzare formule semplici e rifarle identiche anche a distanza di anni. Il bravo colorista ha l'abilità innata di comprendere le formulazioni dei colori col semplice sguardo, perché conosce bene il colore e anche la chimica di base non gli è del tutto estranea.
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