4. I concorsi di pittura.

Anche qui vale lo stesso discorso fatto per quanto riguarda le mostre collettive. Inoltre, un concorso, può essere una buona possibilità per avere un piccolo riscontro economico. Bisogna fare bene attenzione quando si legge il regolamento e cercare magari di selezionare i concorsi che offrano i premi più vantaggiosi. O alla nostra portata. Specialmente quando la cosa viene presentata nella formula del premio acquisto. In modo da evitare di cedere il quadro ricavando come contropartita una somma di denaro troppo esigua. È opinione comune, nell'ambiente dell'arte, che oggi sia una necessità quella di partecipare ai concorsi. Questi infatti, insieme con le mostre, le aste e gli articoli dei critici, ci aiutano a determinare la nostra corretta quotazione. Per evitare di ingannare i compratori, che possono essere indotti all'acquisto da un prezzo più elevato rispetto alla risposta reale del mercato. Questo fatto è importante, non solo per conservare sempre un rapporto di buona fede con le persone ma, anche perché essere successivamente costretti ad abbassare la quotazione è assolutamente nocivo per te e per il mercato. È noto come l'arte sia il bene rifugio per eccellenza. Mentre l'oro e il mattone sono soggetti ad oscillazioni di valore, l'arte tende sempre a rivalutarsi e praticamente mai a diminuire di prezzo. Questi sono concetti acclarati che desumo dalle mie letture. 

Tuttavia, è la mia opinione personale ritenere che anche nel mercato dell'arte siano evidenti delle bolle speculative, in relazione ad autori che ritengo di scarso valore artistico e che tuttavia hanno raggiunto quotazioni sorprendenti. Perché magari dietro ci sono persone interessate che pompano per trarre il loro vantaggio. Non si tratta solo di addetti ai lavori che detengono opere d'arte del tal autore, ma anche di politici o di mafiosi, che per ragioni legate al riciclo di denaro o allo scambio di voti, si adoperano per favorire gli autori che gli fanno comodo. Sia perché sono anche gli autori mafiosi, che perché alcuni collezionisti lo sono. Naturalmente non mi riferisco ad un sano giro di appassionati sostenitori che ha un interesse più che altro culturale. Le due cose vanno tenute ben distinte. Una volta a mio padre era capitato che un dirigente del partito socialista di Milano gli aveva offerto di fare una personale alla Rotonda della Besana. La cosa gli era stata presentata come un favore politico e lui naturalmente si è rifiutato. Anche se francamente si sarebbe meritato di esporre in una così bella cornice, Sergio non voleva assolutamente farsi largo per meriti politici ma solo grazie al suo talento. In questo senso è sempre stato coerente e si è mantenuto ben distante da certi giri.

A volte è semplicemente la logica che il prodotto scadente scaccia il prodotto di qualità che inquina il mercato dell'arte. In ogni caso è molto meglio che il pittore non si preoccupi di tutte queste questioni, lui deve dipingere e basta. Deve credere fortemente in quello che fa. Ad un certo punto l'opinione riguardo a molte opere moderne e contemporanee andrà rivista e l'arte più vicina a noi in termini temporali andrà abbondantemente riscritta e ri-storicizzata. Non fosse altro perché tante opere nei musei, che sono già precarie e sottoposte a continui restauri, fra qualche anno sono destinate a distruggersi completamente. In questo senso il piano tecnico è una cosa che ci compete direttamente.

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